Riflessioni

Cristo Gesù, salvezza dell'umanità

Gesù, salvezza dell'umanità Salvarsi da che cosa? L'argomento della salvezza (salute morale, spirituale) mediante la persona di Gesù di Nazaret è fondamentale sia per il credente sia per il non credente. Gesù salva perché è il Signore, dichiarato tale "mediante la sua resurrezione dai morti" (Rom. 1,4). Divenuto "Signore" proprio grazie a quell'opera di Dio, inimmaginabile a mente umana, che fu la sua resurrezione dai morti. La salvezza dal peccato (male, effetti del male, provocazioni al male, ecc.) non può essere oggetto di curiosità, ma deve essere il centro dell'attenzione di chi crede e anche di chi dice di credere. Molti ritengono che col denaro si possa acquistare tutto: anche la salvezza dal male? Gesù, che sa quel che dice, sostiene che è improbabile che un ricco entri nel regno di Dio (Matteo 19). Suscita così la meraviglia dei discepoli: "Chi dunque può essere salvato?" Domanda che merita una risposta saggia: la salvezza è "impossibile" agli uomini, mentre "a Dio è possibile ogni cosa" (Mt. 19,26). L'uomo, da se stesso, non si può salvare dal male. Anche se è ricco. Specialmente se è ricco. La salvezza è dono di Dio mediante Gesù Signore, Gesù Risorto. Forse si può scorgere l'ombra della curiosità nella domanda posta a Gesù da quel tale: "Signore, sono pochi i salvati?" Gesù non risponde che i salvati sono "144000", con buona pace di quelli che mescolano aritmetica e salvezza. Gesù afferma invece che occorre sforzarsi di entrare per la porta stretta. La strada che conduce alla perdizione è ampia, comoda, seguita dai più. "Molti ultimi saranno primi, e molti primi saranno ultimi". Ci saranno sorprese per quanti amano primeggiare in fatto di salvezza (Luca 13). La salvezza è lo scopo specifico dell'azione di Gesù. Dio non ha inviato Gesù per giudicare (=condannare) il mondo, per il semplice fatto che il mondo, senza Gesù, era già condannato. Ma in Gesù, tramite Gesù-Signore-perché-risorto, il mondo può essere salvato (Giovanni 3). Con quale delicatezza e attenzione l'oncologo di fama mondiale Umberto Veronesi ha esposto recentemente (Che tempo che fa, Rai3, 02.10.2010) lo stato della questione concernente la salvezza dal cancro al seno femminile. Quanta cura nelle sue parole. Quanta considerazione per il problema e la soluzione. Quale etica. Quale onestà intellettuale e morale nelle sue parole! Bisognerebbe forse porre meno cura, meno attenzione, meno scrupolo, meno onestà e adottare un'etica di livello inferiore nel trattare la condanna del mondo e la sua sublime guarigione in Gesù Risorto? Questa non è una questione da boy-scout. Ma è piuttosto una serissima questione di vita (con Gesù Signore) o di morte (senza Gesù Risorto). Tutto il resto non fa che banalizzare la buona notizia della salute in Gesù Signore. Come ricorda Hanna Arendt, la banalità evidenzia sempre il male con tutte le sue dannosissime conseguenze. La banalizzazione del vangelo non può recare salvezza dal male e dalle sue conseguenze nefaste. Anzi... Salvezza e screening mammografico Tutta l'opera di Gesù ha un unico scopo: "...affinché voi siate salvati" (Giovanni 5). Ogni parola, ogni fatto, ogni segno che attua, ha il solo scopo della salvezza. La sua morte nell'angoscia dell'abbandono, la sua resurrezione nella gloria, hanno il solo scopo di proporre la salvezza all'essere umano (disumano a causa del male). Però l'uomo non si sente condannato (il cancro, a me? ma quando mai!). Non ritiene d'aver bisogno di essere salvato (morire, io? impossibile!). Spesso poi, anche quando sente d'aver bisogno d'aiuto, l'uomo si affida a persone diverse da Gesù-Signore, e in quelle persone confida. Bisogna dunque avere il coraggio di porre una domanda capitale: in fin dei conti Gesù non ha fallito nel suo scopo di salvezza? Gesù è un fallito? È noto che i primi cristiani non rappresentavano Gesù-Signore col crocifisso. Presso i primi credenti si hanno invece statue del Signore rappresentato come un pastorello che porta intorno al collo l'agnellino ritrovato e salvato. Gesù è infatti "il buon pastore che mette la sua vita per le pecore" (Giovanni 10). È davvero un fallito costui? O è la persona più sobria e seria, e quindi la più affidabile, che sia mai apparsa sulla faccia della terra? Se si afferra il valore della salvezza, si comprendono le parole di Veronesi che raccomandano prevenzione, cura senza ritardi inutili. Se si afferra il valore della salvezza dono di Dio, si comprende il racconto della salvezza in Cristo del carceriere di Filippi. Egli conosce Dio ascoltando gli inni cantati dagli apostoli. Un terremoto squassa la prigione, ma il carceriere viene rassicurato dagli apostoli, ai quali chiede: "Signori, che devo fare per essere salvato?" (Atti 16). La salvezza, provveduta solo da Gesù Risorto, è legata anche al fare della persona umana. La risposta alla domanda è chiara: "Credi in Gesù Signore, e sarai salvato... e subito fu battezzato lui con tutti i suoi". Era passata la mezzanotte quando quel fare si realizzò. La fede fiduciosa è un fare. Come mai tanta cura, tanta attenzione, tanta rapidità d'azione per la salvezza in Cristo? Ovvero: come mai tanta attenzione, tanta rapidità e tanta cura per lo screening mammografico? UN CORDIALE INVITO domenica 17 ottobre ore 18.00 Gesù il Santo di Dio e San (padre) Pio: un sobrio confronto Chiesa di Cristo via G. Carducci, 9 - APRILIA tel: 328.1299756

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